Il Bagno Turco (Hamam) - Ferzan Ozpetek, 1997

lunedì, marzo 23, 2015

Il Bagno Turco (Hamam) - Ferzan Ozpetek, 1997


Trama: Francesco ha un studio di architettura a Roma insieme a sua moglie. Quando sua zia muore, viaggia fino ad Istanbul per ereditare il bagno turco (hamam) che lei gli ha lasciato. Troverà qui l'amore e il calore che mancano alla sua vita in Italia.
Cast: Alessandro Gassmann, Francesca D'Aloja, Carlo Cecchi, Halil Ergun, Serif Sezer, Mehmet Gunsur


Ma quanto sono belli i film di Ferzan Ozpetek?
Con questo posso dire di aver visto la metà più uno della sua filmografia e di aver amato tutto (senza contare Allacciate Le Cinture che è stato talmente deludente che faccio finta che non esista), i film di Ozpetek sono inconfondibili: a me piace paragonarli a dei fiori, capaci di rapirti sempre con la loro delicatezza, con la loro bellezza ricercata e con il loro equilibrio effimero, come se una folata di vento stesse per spazzare via tutto. I suoi personaggi fuggono sempre da qualcosa e nella loro fuga trovano qualcos'altro: una persona speciale, un senso di appartenenza a qualcosa e, fondamentalmente, sé stessi.

Hamam è la sua opera prima, dove si vede chiaramente il tema inconfutabile di ogni film di Ozpetek: l'amore. L'amore per il paese da cui proviene, la Turchia, e per quello che l'ha "adottato", l'Italia; l'amore tra due persone che, per un motivo o per l'altro, non dovrebbero stare insieme; l'amore per la famiglia, che si può riassumere con la consueta scena della tavolata, presente in tutti i suoi film.


Ci ritroviamo immediatamente catapultati in una casa turca e per tutto il film percorriamo le strade di Istanbul, le sue stanze, sentiamo tutti i profumi del posto e i sentimenti della gente, imparando a conoscere non solo il protagonista, Francesco, ma anche la famiglia sorprendentemente gentile e disponibile che lo ospita.


Hamam è, per me, un film composto da momenti mancati: tra Francesco e Mehmet, il ragazzo turco di cui si innamorerà; tra Francesco e sua moglie, che attraversano da prima della sua partenza un momento di crisi; tra Francesco e la sua nuova città, alla quale in poco tempo si lega indissolubilmente; tra la zia Anita e tutte le persone che la circondavano e le volevano bene, che impariamo a conoscere attraverso le sue lettere. Persino tra la moglie di Francesco e Istanbul che, proprio come lui, tra le sue strade troverà sé stessa.


Questi momenti mancati, però, non sono affatto un male: sono convinta che se le cose fossero state "esplicitate", se come spettatori ci fosse stata spiegata ogni cosa passo dopo passo, questo film avrebbe perso la sua magia che le ambientazioni incantevoli hanno contribuito a creare. Un film sicuramente da guardare se, come me, siete amanti delle storie che sembrano sospese ad un filo, con dei personaggi che sembrano crollare da un momento all'altro per quanto delicati essi sono.



Se ti è piaciuto potrebbero anche piacerti... 
  • dallo stesso regista Mine Vaganti (2010, per la famiglia e la tematica lgbt), Saturno Contro (2007, per i rapporti tra i personaggi), Le Fate Ignoranti (2001, per il triangolo tra moglie/marito/amante del marito), Harem Suare (1999, per la Turchia) e Rosso Istanbul, che non è un film ma bensì un libro dello stesso Ozpetek sul quale sta girando anche un film; 
  • Tutto Su Mia Madre (1999, Pedro Almodovar) per la tematica lgbt e la ricerca di sé stessi. 


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