5 film italiani contemporanei da guardare su Netflix
Potevo mai farmi mancare il primo mese gratuito di Netflix, da vera #poraccia quale sono? Certo che no, sono corsa a spulciare il catalogo e nonostante per ora non sia ancora molto fornito, ci sono tanti film che vale davvero la pena vedere. Si vai da film indie americani ai film d'autore anche europei (ho notato roba di Von Trier, Vinterberg e Refn) e c'è anche una discreta quantità di film nostrani. Questi sono quelli che io ho già visto e che vi consiglio.
1) ACAB - All Cops Are Bastards (Stefano Sollima) ★★★½
Di ACAB ne ho già parlato superficialmente nella recensione di Suburra e se non si fosse già capito va assolutamente visto perché Sollima è uno dei migliori registi del panorama italiano al momento, nonostante io creda che renda molto di più quando gira serie tv (Gomorra, Romanzo Criminale) perché ha tutto il tempo di sviluppare i personaggi e di farli interagire tra loro.
Il film si incentra su tre agenti antisommossa interpretati da Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro e Marco Giallini e sulla nuova recluta, interpretata da Domenico Diele, che si ritrova a fare i conti con la violenza del suo nuovo posto di lavoro. Ci viene mostrata la loro quotidianità e vita familiare fatta di situazioni svariate e pesanti dove l'unico sfogo è appunto un lavoro fatto di rabbia e aggressività.
ACAB non mi ha entusiasmata quanto gli altri lavori di Sollima ma sia chiaro, il livello è sempre altissimo: la regia è curatissima e i personaggi così credibili da essere detestabili. Citando una recensione che ho letto: se alla fine vi ritrovate a tifare per loro, dovreste farvi al più presto un esame di coscienza.
2) Il Divo (Paolo Sorrentino) ★★★½
Sorrentino non ha bisogno di presentazioni. Il Divo non è altro che la storia di Giulio Andreotti, interpretato da un magnifico Toni Servillo, il tutto coronato da scenografie e riprese bellissime. Insomma, veramente volete dire di no a Sorrentino?
3) Reality (Matteo Garrone) ★★★★½
Ormai neanche più Garrone ha bisogno di presentazioni: partito con film che hanno suscitato poco interesse di pubblico e critica, è poi scoppiato con Gomorra ed ha raggiunto l'apice quest'anno con Il Racconto Dei Racconti. Reality si trova in mezzo a questi due ed è anche il mio preferito in tutta la filmografia di Garrone se non uno dei miei film italiani preferiti in assoluto.
Un uomo napoletano decide di tentare la fortuna partecipando alle audizioni per il Grande Fratello: da lì si convince che i produttori del programma lo stiano seguendo e spiando dappertutto e ne diventa così ossessionato da mandare la propria vita a rotoli. Una riflessione profonda sul come la fama e l'apparire ci condizionino in qualsiasi cosa, con quel pizzico di ansia e inquietudine di cui Garrone non sa proprio fare a meno (e che a me piace tanto).
4) È Stato Il Figlio (Daniele Ciprì) ★★★★
È Stato Il Figlio è una tragicommedia carinissima ambientata a Palermo negli anni 70, tratto da una storia realmente accaduta.
Una bambina viene colpita erroneamente da un proiettile e muore. La famiglia, che economicamente non se la passa tanto bene, ottiene il risarcimento per le vittime di mafia e dopo varie peripezie decidono di investirlo in... una Mercedes, che porterà la famiglia alla rovina.
Io trovo lo stile di Ciprì davvero adorabile, per fotografia, scenografia e personaggi mi ricorda vagamente Wes Anderson: è tutto un po' sopra le righe, vintage e grottesco. E il personaggio principale è interpretato da Toni Servillo, che mi sembra da solo una ragione per vederlo.
5) Miele (Valeria Golino) ★★★½
La protagonista di questo film è Jasmine Trinca, che sotto il nome di Miele aiuta i malati terminali con il suicidio assistito. Quando le chiederà aiuto un uomo, che non è un malato terminale ma soffre bensì di depressione, la sua visione delle cose cambierà.
Nel suo primo lungometraggio la Golino tocca un tema delicatissimo, quello del suicidio assistito: sarebbe bastato poco per farla cadere ma ne esce meravigliosamente, con una storia che punta diritto al cuore e alla mente del pubblico.
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