Noi Credevamo - Mario Martone, 2010
Trama: Racconta la storia di tre ragazzi del Cilento: Salvatore, con spirito patriota, Domenico, che crede nell'amicizia e Angelo, votato all'azione violenta. Nel 1828 scelgono di prendere parte al movimento politico repubblicano della Giovine Italia di Giuseppe Mazzini. Le loro vite, in seguito a questa decisione, prenderanno strade diverse, ripercorrendo alcuni episodi della storia del Risorgimento italiano. (da Wikipedia)
Cast: Luigi Lo Cascio, Luigi Pisani, Valerio Binasco, Francesca Inaudi, Andrea Bosca, Edoardo Natoli, Toni Servillo, Michele Riondino, Andrea Renzi, Luca Zingaretti, Luca Barbareschi, Fiona Shaw
Noi Credevamo è, come ogni film storico che si rispetti, lunghissimo e pesante: è naturale farlo durare tanto, per descrivere al meglio il pezzo di storia che si va a narrare ed è altrettanto naturale sfociare, dopo i tanti minuti e i tanti temi trattati, nella pesantezza. Pesantezza e lunghezza però, secondo me, non determinano la qualità di un film storico, che può essere fatto male o bene a prescindere da questi due fattori. Con Noi Credevamo, io propendo di più verso il secondo caso: è senz'altro un film fatto bene, con delle ambientazioni bellissime e un cast di alto livello e che in quanto a dialoghi scorre abbastanza bene. I film brutti sono decisamente ben altri.
Seguiamo lo sviluppo del Risorgimento italiano (non so quanto possa essere accurato storicamente, non sono abbastanza informata) tramite un intreccio di varie storie che lega i protagonisti, personaggi di fantasia, a personaggi realmente esistiti e molto importanti per la storia italiana, tra i quali spicca Mazzini interpretato da un Toni Servillo che dà sempre il massimo, che si tratti di reggere sulle sue spalle un intero film o che sia poco più di un cameo, come succede in questo caso.
Chiaramente, essendo un film della durata di quasi tre ore e soprattutto che prende spunto da vicende storiche realmente accadute, come ogni film di questo genere ha parti interessanti e parti in cui ci si distrae facilmente, o altre parti in cui non si è completamente sicuri di ciò che sta accadendo. Però tutto sommato il film si fa seguire: la sceneggiatura è dello stesso Martone e di Giancarlo De Cataldo, scrittore di vari romanzi e prodotti televisivi (suo è Romanzo Criminale, libro e consulenza artistica della serie, quindi non è esattamente il primo fesso che hanno trovato in giro) e la storia è stata adattata da un romanzo di Anna Banti.
Mi è particolarmente piaciuta la parte iniziale, dove i protagonisti sono giovani e con tanta voglia di rivoluzione: con la loro crescita, devo ammettere, il mio interesse è andato scemando. La consistenza è più o meno quella di uno sceneggiato televisivo composto da quattro parti. In ogni caso, se vi interessa la storia, vi consiglio di guardarlo anche solo per avere davanti un affresco dell'Italia ottocentesca.
Momento di grande spessore culturale: un più di questo film è la presenza di Andrea Bosca, che non sarà questo grande attore ma è bellissimo e di conseguenza rende bellissimo anche tutto ciò che lo circonda, anche se con quei baffi nun s pò guardà.
- Il Giovane Favoloso (dello stesso regista, 2014);
- Barry Lyndon (Stanley Kubrick, 1975)
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