4/10/2015
Unknown
Trama: Marie, Anne e Floriane passano l'estate alla piscina del loro quartiere, dove le loro strade si incrociano e si troveranno a relazionarsi con l'attrazione sessuale, l'amicizia e le pressioni dell'adolescenza.
Cast: Pauline Acquart, Louise Blachère, Adéle Haenel
Ho conosciuto Céline Sciamma qualche anno fa, se non ricordo male nel 2011, quando uscì il suo secondo lungometraggio, Tomboy. Nonostante fosse indubbiamente un bel film non mi rimase particolarmente impresso e mi dimenticai dell'esistenza della regista fino a quando, recentemente, mi sono imbattuta nuovamente nel suo nome e ho scoperto dell'esistenza di Water Lilies (titolo originale Naissance Des Pieuvres, "nascita delle piovre"). Ammetto di non essere una grande fan dei film che trattano l'omosessualità/bisessualità femminile perché tendono facilmente a scadere nel mélo, sono lenti, eccessivamente tristi e, almeno per me, noiosi.
Water Lilies mi ha però incuriosito perché innanzitutto le protagoniste sono quindicenni, poco più che bambine, e poi perché si sa che il cinema francese ha un'impronta diversa dal cinema anglofono, è più strano e più schietto, con tutti i pregi e i difetti che ne possono derivare. E anche perché la Sciamma mi aveva già dimostrato con Tomboy di sapere il fatto suo: è una che, a differenza di altri, sa di cosa sta parlando e sa dove vuole andare a parare. Il suo stile era delizioso in Tomboy e lo è anche qui, pulito, diretto, sempre attento ai minimi particolari e capace di narrare la sessualità senza alcuna malizia.
Lo spaccato di vita che Water Lilies ci offre è quello di tre quindicenni caratterialmente molto diverse: Anne è infantile per la sua età e si prende una cotta per François, un ragazzo al di fuori dalla sua portata; Floriane è la ragazza di François, bella e disinvolta, la cosiddetta queen bee dell'alveare, la bitch in charge, che lascia credere a tutti di avere una vita sessuale particolarmente attiva ma che in realtà è vergine; Marie, introversa e più matura delle sue coetanee, che si innamora di Floriane e cerca di starle il più vicino possibile.
Queste tre ragazze ci vengono presentate esattamente come sono, che è come potrebbero essere se esistessero davvero: nella realtà non è difficile trovare una Anne, una Floriane o una Marie, in quanto la scoperta della sessualità a quindici anni è cosa tutt'altro che insolita. In questo film la scoperta della sessualità femminile non viene romanticizzata, non vengono messi sul piatto valori morali o religiosi, non viene detto quale comportamento è giusto e quale è sbagliato, semplicemente viene rappresentata così come accade e così come tutte le donne l'hanno sperimentata. Niente magia, niente lieto fine, niente poesia: solo la cruda verità.
Se devo trovargli un difetto, direi che in generale l'ho trovato freddo, distaccato, anche per colpa della fotografia (dove i colori predominanti sono l'azzurro e il blu) e della recitazione, ma è risaputo che i francesi quando recitano si prendono troppo sul serio e finiscono per avere l'espressività di un cubetto di ghiaccio. È, in ogni caso, uno dei pochissimi film lgbt incentrato sulla sessualità femminile che mi è piaciuto e, credetemi, non è poco.
Se ti è piaciuto potrebbero anche piacerti...
- Tomboy (stessa regista, 2011);
- Turn Me On, Dammit! (Jannicke Systad Jacobsen, 2011);
- The Virgin Suicides (Sofia Coppola, 1999);
- Nymphomaniac Vol I & II (Lars Von Trier, 2013).