Paper Towns, quello che poteva essere e quello che invece è stato (Jake Schreirer, 2015)

venerdì, settembre 11, 2015

Paper Towns, quello che poteva essere e quello che invece è stato (Jake Schreirer, 2015)


Quentin (Nat Wolff) e Margo (Cara Delevingne) sono vicini di casa (ma quanto ci piace il cliché delle finestre di fronte?) e da piccoli vivono insieme un'esperienza insolita: trovano un cadavere. Mentre Quentin rimane completamente impassibile davanti all'accaduto (come fa un bambino ad essere tanto cinico da rimanere impassibile davanti a un cadavere? Non lo so, chiedetelo a John Green), Margo si incuriosisce e comincia a indagare, perché Margo ama così tanto i misteri che finisce per diventarne uno (frase del film, non lo so, non fate domande). Crescendo, i due si allontanano, Margo diventa popolare e Quentin resta, senza tanti giri di parole, uno sfigato qualsiasi, ma si sente ancora legato a lei. Così, quando lei una notte si presenta nella sua camera e gli chiede di prestarle la sua macchina lui cosa fa? Io l'avrei mandata a fanculo, non solo non mi saluti più e ora vuoi anche la macchina, ma lui ovviamente accetta e l'accompagna. Margo si prende una "rivincita" sul suo ex fidanzato e sui suoi amici, aiutato dal povero Quentin che non capisce una mazza di cosa succeda (neanche io Q., non ti preoccupare), il tutto accompagnato dagli aforismi poetici di lei, che impartisce lezioni di vita come se avesse settant'anni e quindici nipoti. La mattina dopo, Quentin si sveglia con l'autostima a mille (lei l'ha baciato!!!!! Ve l'aspettavate?) e va tutto convinto a scuola solo per scoprire che lei è sparita. Puff. Perché lei è un mistero e bla bla bla. Neanche i genitori se ne fregano più di tanto, in fondo lei è un mistero e bla bla bla. 

Adesso, so che da come l'ho raccontato sembra quasi che io nutra un odio viscerale nei confronti di questo film, ma la verità è che tolta la trama assurdamente pregna di cliché che viene fatta passare come chissà quale novità, il film non è neanche tanto male e se non ci pensate su magari lo trovate anche carino. 

I due attori principali sono il motivo che mi ha spinto a vedere questo film (a parte tutta la pubblicità che è stata fatta): io adoro Nat Wolff, secondo me ha quell'aria un po' da nerd outsider ma che in realtà sotto sotto è il più stronzo di tutti, non lo so ma lo adoro e in Palo Alto mi piacque tantissimo. Cara Delevingne a me piace molto come persona, però qui l'ho trovata un po' fuori posto non perché sia una cattiva attrice, ma perché non credo sia adatta a questo genere di ruoli. Ha una voce e una mimica facciale che me la fanno immaginare più in una comedy che in un film più-o-meno drammatico dove interpreta la ragazza dei sogni di qualcuno (parliamo anche di quanto i suoi modi di fare la facciano somigliare a Emma Stone, vi prego. Lo vedo solo io?). 

Ogni tanto il film prova ad essere divertente ma risulta solo fuori luogo con l'aria generale del film, troppo seria da poter essere rotta con qualche battuta. È tutto costantemente in bilico tra drama, dramedy, teen, road trip e mystery e alla fine non funziona e basta, ciò che ne rimane è un film senza una vera identità. In alcuni punti però ha uno stile interessante, la voce narrante è quella di Quentin e credo che avrebbero potuto sfruttarla meglio, avrebbero potuto giocarci per rendere il suo punto di vista più personale e per portare il film sopra le righe, che così si prende decisamente troppo sul serio. Il film poteva essere meno pesante, più sarcastico e più fresco, è questa la sua vera pecca: ciò che accade è troppo per degli adolescenti, i fatti sono troppo assurdi, troppo sconnessi, troppo irreali. E così sono anche i personaggi, troppo pretenziosi, nel tentativo di renderli più profondi si appiattiscono e basta. Perché dovrebbero interessarmi se li percepisco tutti come estranei? Perché vanno tutti alla ricerca di Margo, cos'ha lei di tanto speciale che io non riesco a vedere? Non basta dirmi che Quentin è innamorato di lei per farmelo credere, anche io voglio innamorarmi di Margo e anche io voglio capire perché Quentin è così innamorato di lei da cercarla dappertutto. Però Margo è presentata come un mistero e bla bla bla, Quentin la idealizza basandosi praticamente sul nulla. Ora, so che John Green voleva tentare di smentire lo stereotipo, il trope della manic pixie dream girl, la ragazza dei sogni che esiste solo nella testa del protagonista, e forse in parte c'è anche riuscito, però i mezzi con cui l'ha fatto risultano vani e tutto l'insieme è un'occasione sprecata. Alla fine tutti realizzano che Margo è oh, soltanto una ragazza! Come tutte le altre! Incredibile, no? 
Io il libro di Paper Towns non l'ho letto, ma ho letto The Fault In Our Stars e Looking For Alaska che proprio non sono riuscita a finire, e Green a non scrivere personaggi che parlano come se fossero un indovinello su La Settimana Enigmistica proprio non ce la fa. È un mistero, è un uragano, è un miracolo, è una metafora, è viva, è morta, ritorna, sparisce, perché? non si sa. Insomma, che noia.
Paper Towns non è la solita cosa, glielo concedo, ma non sa neanche lui cosa vuole essere. Io non mi aspettavo nulla, però speravo in qualcosa di meno pretenzioso e più intelligente. Peccato. 

Se ti è piaciuto potrebbero anche piacerti...

  • The Fault In Our Stars (Jake Schreier, 2014);
  • The Perks Of Being A Wallflower (Stephen Chbosky, 2012)
  • The Spectacular Now (James Ponsoldt, 2013);
  • (500) Days Of Summer (Marc Webb, 2009). 

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