febbraio 2017

venerdì, febbraio 10, 2017

Un Bacio di Ivan Cotroneo, il troppo che stroppia


Aspettavo con ansia di vedere Un Bacio, l’ultimo film di Ivan Cotroneo – sono una grande fan dei suoi lavori, È Arrivata La Felicità è una delle serie tv che mi è piaciuta di più nell’ultimo anno e chiunque mi conosca sa che impazzisco quando si tratta di Mine Vaganti.
Wikipedia mi dice che è ispirato a The Perks Of Being A Wallflower, ma il paragone regge poco in quanto l’unica cosa che i due film hanno in comune è il fatto che i protagonisti siano una ragazza e due ragazzi emarginati e che uno di loro sia gay. In poche parole, Lorenzo, Blu e Antonio sono rispettivamente “il frocio, la troia e lo scemo della scuola” (come li ha descritti Cotroneo per sottolineare l’indelicatezza dei termini) che, essendo allontanati da tutti, stringono in poco tempo una solida amicizia.

Il problema è che nel film ci sono varie cose che non funzionano. In primo luogo, non ho capito se sia stata la performance attoriale a non piacermi (i tre protagonisti sono al loro primo film) o semplicemente il fatto che i dialoghi fossero scritti piuttosto male. Momenti commedia fuori luogo, frasi recitate in maniera eccessivamente drammatica, troppe punchline in stile “americano”, che secondo me nel cinema italiano risultano forzate e poco spontanee. Tutto quello che veniva detto l’ho “sentito” poco (e ciò non è dovuto al fatto che anche l’audio non fosse un granché), i tre ragazzi sono sommersi di problemi ma non sono riusciti a trasmettermeli – eccetto forse per Antonio, ragazzo chiaramente disturbato mentalmente nonostante la cosa non venga mai menzionata direttamente. Antonio non è semplicemente “scemo”, è traumatizzato dalla perdita del fratello maggiore ed è incapace di accettare e gestire i propri sentimenti, e il fatto che un film il cui messaggio si basa sull’essere vittima di pregiudizi non abbia approfondito questo aspetto mi ha lasciata un po’ così. Un’altra cosa che non mi è piaciuta è stata che i suoi sentimenti nei confronti di Blu e di Lorenzo arrivano allo spettatore in maniera confusa, non si capisce se gli piaccia lei, se gli piaccia lui, se gli piacciano entrambi e una presa di posizione su quest’argomento sarebbe stata coraggiosa; sarebbe stata anche possibile, ma il film arriva al suo climax in maniera veloce e improvvisa e così facendo si ha l’impressione di vedere e sapere troppo tutto insieme senza capire effettivamente le motivazioni che hanno spinto i tre ragazzi a fare l’uno o l’altro gesto. Inoltre il film non sa bene se essere una commedia, un coming-of-age, un film drammatico, per questo risulta tutto troppo eccessivo. Molto carine però, a mio parere, le scene musical e quelle immaginate da Lorenzo – se si fosse giocato di più su quest’aspetto inverosimile forse il film avrebbe avuto un’identità più precisa.

Nonostante tutti questi problemi di scrittura, il film vuole trasmettere un messaggio molto importante di cui non se ne parlerà mai abbastanza, quello di non piegarsi al bullismo di ogni genere e il non giudicare una persona in base a ciò che viene detto di essa, indirizzato specialmente ai giovani – infatti all’anteprima erano presenti diverse classi di liceali. Esemplare è la scena finale che mostra che, se si ha un problema con qualcuno, è sempre meglio parlarne piuttosto che reprimere e arrivare al limite in cui, spesso, non si risponde delle proprie azioni e si sfocia nella violenza.

Film promosso sulla fiducia per Cotroneo, per il messaggio tramesso e per la canzone di apertura e chiusura del film perché i Placebo sono il mio gruppo preferito. 

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